5 curiosità sui panzerotti pugliesi che devi assolutamente conoscere!

27 settembre 2022
5 curiosità sui panzerotti pugliesi che devi assolutamente conoscere!

Il panzerotto, leccornia della tradizione pugliese che ormai ha superato i confini della regione conquistando il mondo intero. I panzerotti, si sa, piacciono davvero a tutti… e come potrebbe essere diversamente. La loro semplicità e la loro consistenza li rende unici, anche perché queste due componenti esaltano gli ingredienti utilizzati che devono essere di prima qualità. 

In Puglia, il panzerotto è il re dello street food, per questo lo si realizza in ogni angolo della regione e in ogni angolo di ogni città. Se stai passeggiando per i vicoli del centro di Bari, ad esempio, è molto facile che tu possa imbatterti in qualche banchetto all’aperto dove si realizzano all’istante i panzerotti pugliesi. E il profumo di fritto invade le strade facendo venire l’acquolina in bocca. I panzerotti sono uno di quei piatti della tradizione che, almeno una volta settimana, bisogna concedersi tele trasportarsi in Puglia. 

Com’è nato il panzerotto pugliese? 

Le origini del panzerotto pugliese si fanno risalire al 1500, in pratica dopo la scoperta dell’America avvenuta nel 1492 a cui seguì l’importazione di prodotti prima sconosciuti, fra i quali i pomodori. Si narra che una donna pugliese dopo aver preparato il pane abbia pensato di condire l’impasto in esubero con del pomodoro. Creò alcuni fagottini e li cucinò sul fuoco ottenendo quelli che a tutti gli effetti possono essere considerati gli antesignani dei panzerotti pugliesi così come li conosciamo oggi.  

Da dove viene il nome panzerotto? 

Sei pronto/pronta a leggere una spiegazione in salsa “splatter”? In dialetto pugliese, tenendo conto delle piccole differenze legate alla territorialità (Terra di Bari, Capitanata, Salento), il termine pancia diventa “panze”. Notoriamente il panzerotto, che non si può mangiare in un solo boccone, per essere gustato va preso a morsi e quindi va rotto facendo fuoriuscire il suo ripieno rosso. Praticamente il panzerotto richiama una pancia rotta, curioso no? Ma aldilà del nome, che può piacere o meno, il panzerotto è una tipicità che, nel corso degli anni, si è anche discostata dal ripieno tradizionale di passata di pomodoro e mozzarella, per approdare a ripieni alternativi come ricotta e formaggio, cime di rapa o addirittura la crema spalmabile di cioccolato.

Le dimensioni del panzerotto pugliese         

Sulla dimensione del tradizionale panzerotto pugliese non ci sono dubbi: deve essere lungo non più della mano. Questa è la dimensione più gettonata in terra di Puglia, anche se ognuno è libero di dare sfogo alla fantasia. Ad esempio, se si vogliono offrire dei panzerotti durante l’aperitivo è molto apprezzata una dimensione più piccola come quella di piccole focaccine che si possono mangiare in un sol boccone. A Napoli, invece, il panzerotto assume delle dimensioni importanti. Qui, infatti, il panzerotto può raggiungere anche la dimensione di una pizza ripiegata su sé stessa: una mezza luna gustosa che sazia abbondantemente una sola persona. 

Come si mangia il panzerotto pugliese   

Dimentica forchetta e coltello e dimentica pure le buone maniere. Il panzerotto pugliese si mangia bollente, per strada, prendendolo a morsi… ma con le dovute precauzioni. In circolazione vi sono addirittura delle vere e proprie guide circa le posizioni da assumere mentre si mangia il panzerotto pugliese, tutto questo per evitare che il ripieno fuoriuscendo possa sporcare gli indumenti. Dunque, una volta preso fra le mani, il panzerotto va portato alla bocca eseguendo, contemporaneamente, una flessione del busto verso avanti (come se ti stessi affacciando al balcone). In questo modo il ripieno, che comunque ti ustionerà la lingua, potrà uscire liberamente e nel peggiore dei casi imbrattare il tovagliolo e il pavimento, ma non i tuoi abiti.    

Come si chiudono i panzerotti pugliesi

La preparazione dei panzerotti pugliesi è relativamente semplice. I passaggi che richiedono esperienza e molta abilità sono essenzialmente due: la chiusura e la frittura. Tralasciando le varie scuole di pensiero, ognuna della quale viene tramandata di generazione in generazione, la chiusura del panzerotto deve essere fatta accuratamente per evitare che il ripieno fuoriesca durante la frittura imbrattando l’olio extra vergine di oliva. Per chiudere, dunque, in maniera salda i panzerotti è preferibile non farli inumidire, quindi, posiziona il ripieno ben al centro del panzerotto. Qualora dovesse essercene bisogno, rinsalda la chiusura aiutandoti con i rebbi di una forchetta. No, il panzerotto pugliese non viene richiuso formando un cordoncino, quello è il panzerotto napoletano. 

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