L’olio extravergine di oliva è un alimento nobile e 100% naturale, essendo semplicemente il succo delle olive spremute al giusto grado di maturazione. Siamo abituati da sempre a utilizzare l’olio extravergine di oliva a crudo per condire molti piatti, ma anche per preparare sughi, focacce, dolci e intingoli. L’olio extravergine di oliva è alla base della dieta mediterranea e il suo consumo è pressoché quotidiano.
L’olio extravergine di oliva in frittura.
La cucina pugliese è ricca di specialità fritte, vedi ad esempio i panzerotti, polipi e calamari, i fiori di zucchina ripieni, cartellate, chiacchiere, ecc., e, particolare ancora più importante, la Puglia è la culla della produzione di eccellente olio extravergine di oliva. Qui la frittura è realizzata da sempre con olio extravergine di oliva, per due semplici ragioni: l’ampia disponibilità in casa di questo alimento meraviglioso e per la consapevolezza delle sue proprietà anche nella frittura.
L’olio extravergine di oliva, infatti, è ricco di vitamina E e di polifenoli, questi ultimi sono antiossidanti preziosi per il nostro benessere, ma necessari per proteggere i cibi e le loro propreità dal degrado causato dalle temperature elevate.
Olio extravergine di oliva e olio di semi: punti di fumo.
L’olio in frittura non deve mai raggiungere il proprio punto di fumo, il motivo è semplice. Quando arriva al punto di fumo, l’olio brucia emettendo sostante tossiche dannose per il nostro organismo. L’olio extravergine di oliva ha il punto di sum più elevato: pensa che lo raggiunge fra i 180°C e i 210°C, per questo l’olio extravergine di oliva è il più adatto per friggere. L’olio di semi, ad esempio quello di girasole, raggiunge il suo punto di fumo a 130°C, questo fa sì che non sia adatto per la frittura.
Inoltre l’olio di semi di girasole è ricco di omega 3, facilmente alterabili, ed è privo di polifenoli: questo significa che se raggiunge il punto di fumo è altamente più nocivo, la frittura è meno digeribile e risulta più dannosa per il nostro fegato.