Le pettole sono piccole palline di impasto di acqua e farina, soffici, leggere e fragranti. Sono tipiche dell’area tarantina, ma in realtà sono diffusissime in tutta la Puglia e anche in Basilicata e Campania.
In Puglia, vengono chiamate con nomi diversi a seconda della zona di origine. Per esempio, a Bari si chiamano popizze, in provincia, invece, pettole. Nella Daunia, le pettole si chiamano scorpelle. Nel Salento, e più precisamente nel leccese, si chiamano pittule, nel brindisino si usa il termine pettuli.
Comunque le si voglia chiamare, le pettole sono buonissime e ormai si preparano durante tutto l’anno, nonostante la tradizione voglia che le pettole vengano realizzate prettamente nel periodo natalizio.
Origine delle pettole.
Difficile stabilirlo con precisione, per questo si preferisce legare la nascita delle pettole a una leggenda che, in effetti, seppur non molto realistica, rievoca la semplicità della nostra cultura contadina e l’assoluta capacità di non buttare via nulla e di recuperare il recuperabile.
Secondo questa leggenda, le pettole sono nate da una distrazione di una donna pugliese, che dopo aver messo a lievitare l’impasto per il pane esce in strada per assistere alla esibizione di alcuni zampognari. Rapita dalla loro musica, si attarda a rientrare a casa e al suo ritorno trova l’impasto del pane talmente lievitato da essere inutilizzabile. Da qui, l’idea di creare dei pezzetti di impasto e di friggerli nell’olio bollente.
La versione cristiana della leggenda, invece, imputa questa stessa distrazione a Santa Elisabetta che viene rapita da una conversazione con la Madonna. A questa versione si deve, molto probabilmente, l’associazione, tutta leccese, delle pettole al cuscino su cui fu adagiato Gesù Bambino.
Curiosità: perché le pettole “scoppiano”?
L’impasto è molto morbido, quindi, per creare le singole pettole esistono due modi: con le mani, prelevando piccole porzioni di impasto direttamente dal panetto e immergendole direttamente nell’olio extravergine bollente; utilizzando un cucchiaio di alluminio inumidito nell’acqua, altrimenti l’impasto delle pettole rimane incollato. In questo caso, quindi, il cucchiaio va ben sgocciolato prima di essere inserito nell’olio extravergine con la pettola, in quanto l’acqua a contatto con l'olio bollente passa direttamente dallo stato liquido allo stato gassoso provocando una sorta di esplosione.