Quello delle mandorle è un albero davvero resistente alla siccità e al caldo, per questo la sua coltivazione è ampiamente diffusa nella Murgia, il cui terreno è arido e a tratti roccioso, e in tutta la Puglia tanto da coprire un terzo della produzione nazionale.
In Puglia, le mandorle, frutti alleati perfetta del benessere, sono molto utilizzate per confezionare dolci della tradizione.
Le mandorle sono ricche di vitamine del gruppo B, vitamina E, proteine, calcio, ferro, magnesio, potassio, rame, fosforo, acidi grassi, Omega-3, fibre. Queste componenti le rendono salutari perché sono responsabili delle loro proprietà antiossidanti, antiinfiammatorie e anche anticolesterolo.
In Puglia, la loro coltivazione evoca emozioni legate alla consuetudine, tuttora diffusa seppure in numero molto inferiore rispetto al passato, di fare asciugare i frutti appena raccolti, e ancora provvisti di guscio, in gradi spiazzi, nelle piazze cittadine o sui marciapiedi antistanti i locali a pian terreno, distesi su enormi teli.
Un’operazione che impegnava gli anziani della famiglia ben disposti a sorvegliare le mandorle baciate dal sole di agosto, mentre tra una chiacchiera e l’altra con il compare vicino di casa pulivano qualche frutto per assaporarne la bontà.
Sempre gli anziani, custodi delle tradizioni, impegnavano intere giornate dei mesi successivi a “cazzà l’aminue” (schiacciare le mandorle) sia dolci sia amare, tanto care alla tradizione dolciaria pugliese, in particolare di quella natalizia.
E allora i grossi sacchi pieni di frutti ormai puliti venivano dati in consegna alle donne di casa che, senza parsimonia pur conoscendone l’immenso valore, li utilizzavano per preparare gli Amaretti, il Torrone, il Sasamello, i Marzapane, i Mostaccioli e le Mandorle Pralinate, golosità amata soprattutto dai piccini e presente su tutte le bancarelle di dolciumi durante le folcloristiche sagre di paese.